La Prep ha elementi protettivi per il Covid-19, minore capacità di infezione o, eventualmente, una sintomatologia meno forte?

I centri BCN Checkpoint e BCN Prep Point gestiscono il maggior numero di persone che assumono la profilassi pre-esposizione (Prep) in Spagna. Entrambi i centri hanno avviato uno studio per determinare se chi utilizza la Prep, che protegge da possibili infezioni da virus HIV, ha elementi protettivi nei confronti del COVID-19, minore capacità di infezione o, eventualmente, una sintomatologia meno grave.
Il direttore dei centri, Ferran Pujol, spiega che "si parte dall'ipotesi che ci siano pochi casi di persone che fanno Prep o altri trattamenti antiretrovirali coinfettati. Ci sono casi, ma non quelli che ci si aspetterebbe".
Lo studio è stato approvato dal Comitato Etico di Ricerca Clinica dell'Ospedale Universitario Germans Trias i Pujol secondo la normativa vigente. Il dottor Pep Coll è il ricercatore referente dello studio. Coll è specialista in medicina familiare e comunitaria, componente della Fondazione per la Lotta contro l'AIDS e dell'Istituto di ricerca sull'Aids-Irsicaixa.

Che nessuno abbassi la guardia
Pujol ricorda che "in nessun caso si devono trarre conclusioni affrettate, nessuno che sta facendo Prep dovrebbe essere indifeso o rilassarsi con le misure preventive di fronte al COVID-19. Si tratta solo di un'ipotesi che non è stata provata né si sa se potrà essere dimostrata". E insiste nell'avvisare: "Nessuno che stia facendo la Prep creda che perché sta assumendo antiretrovirali sia protetto".
La ricerca è stata rivolta a più di 6.000 persone in modo da raffrontare i risultati di chi assume Prep con un gruppo di persone che non la assume. "Che i risultati siano positivi o meno, la risposta sarà utile. Se sono positivi perché si potranno aprire vie di ricerca in questo senso. E se non lo sono perché si escluderebbe l'ipotesi", afferma Pujol.

Traduzione dell'articolo di Gayles.tv a cura di Francesco Angeli, Presidente Arcigay Roma


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