Borgonovo: «Bergoglio minaccia la norma bianca-europea-eteropatriarcale»


È dalle pagine del quotidiano di Maurizio Belpietro che il solito Francesco Borgonovo è tornato ancora una volta ad aizzare i populisti contro Papa Francesco, esattamente come Steve Bannon li ha invitati a fare a fini elettorali. Ha iniziato a dirsi schifato davanti a chi parla di amore e si è precipitato ad accusare il Pontefice di non essere razzista ed omofobo quanto l'estrema destra lo vorrebbe, ventilando anche il "rischio" che alcuni gruppi sociali potrebbero essere sottratti dalla discriminazione di chi si proclama "maggioranza".
Ostentando la sua ossessione contro i gay, titola: "La benedizione del Papa all'anno arcobaleno". E poi aggiunge nel sottotitolo: "Il 2021 si apre con un intervento di Bergoglio su "anity Fair per celebrare vaccini e «amore senza barriere». E nei primi mesi, tra ddl Zan e eventi antirazzisti, vedremo il trionfo delle minoranze".

Nell'articolo, Borgonovo inizia a citare la Bibbia a casaccio per sostenere che Bergoglio non sia "cristiano" quanto quel suo amato Salvini che dedica i suoi sequestri di persona al sacro cuore immacolato di Maria. E scrive:

Talvolta i segni dei tempi sono particolarmente evidenti e suggestivi. Nell'Antico Testamento ci imbattiamo nelle righe iniziali del Quohélet: Vanità della vanità: tutto è vanità. [...] Risulta allora piuttosto sorprendente vedere il volto sorridente di papa Francesco che troneggia sulla copertina di Vanity Fair, cioè la fiera delle vanità, dove il fumo del mondo è solo il valore.

Sparso il solito fango sulla base di fantomatiche basi bibliche, Borgonovo inizia ad inveire contro un Papa (da lui scritto in minuscolo) che osa invitare ad andare «oltre le diversità». Evidentemente si tratta di una frase ritenuta inaccettabile per chi sull'astio verso le diversità ha costruito un business, motivo per cui Borgonovo si affretta ad affermare:

Se passiamo questo testo nel filtro ideologico che caratterizza Vanity Fair, ci rendiamo contro che "le diversità" sono le "minoranze", cioè la grande ossessione della cultura liberal. Migranti, Lgbt: qualunque cosa contrasti l'odiosa norma bianca-europea-eteropatriarcale. Dopo tutto Vanity è il giornale di partito della nuova aristocrazia "democratica" e attenta ai diritti.

Se è interessante che persone lgbt e migranti siano definiti "cose" manco si trattasse di oggetti, altrettanto evidente è come Borgonovo sui proponga come l'esponente del partito del "me ne frego", sempre attento a calpestare i diritti altrui nel nome dei propri privilegi.

Forse intenzionati ad incitare quanto più odio gli fosse possibile, è sul lato dell'articolo che il giornale di Belpietro ci piazza anche un trafiletto intitolato "Arcigay invoca la censura dell'Ordine degli psicologi contro il testo del cardinale" in difesa quell'università romana che insegna agli studenti che l'omosessualità sarebbe «una malattia da curare e da prevenire». L'analisi del testo del trafiletto la trovate qui.
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