Il partito di Mario Adinolfi indica il Vladmimir Putin il loro nuovo "eroe cristiano"

Il partito di Mario Adinolfi indica il Vladmimir Putin il loro nuovo "eroe cristiano", incarnazione della loro ideologia suprematista e liberticida.
Se Adinolfi ha ostentato il suo essere vicino all'ultra-destra populista di Steve Bannon, è il suo Luigi Mercogliano a regalarci una rivisitazione storica al limite del tragicomico. Il suo punto di partenza è la condanna di chi sostiene che la vita di un nero valga quanto quella di un bianco in quanto la loro rivendicazione era in contrasto con la convenienza politica di quel loro amato Donad Trump che andava a braccetto con i suprematiti bianchi. Ricorrendo al più becero complottismo, scrive:

Archiviata la pratica Trump, ora il nemico da abbattere è Putin. Lì però non è possibile scatenare il movimento BLM. E allora ecco che improvvisamente salta fuori il novello Biden di Russia, individuato nella figura dell'esule democratico Aleksej Navalny che deve tornare e farsi arrestare.

Apprendiamo così che la responsabilità dei crimini è delle vittime, un po' come se ci raccontasse che sarebbe colpa degli ebrei se i nazisti li hanno perseguitati. Ed ovviamente inveisce contro chi denuncia il clima di repressione liberticida che vige nella loro amata Russia omofoba:

Al resto, cioè a farlo diventare un martire, ci penserà il giornaleunico internazionale. Che da New York a Bruxelles, passando per Roma e per la Rai - sempre pronta a prestare la propria opera meritoria per la causa - ha già iniziato il bombardamento quotidiano per dipingere i Navalny come una famiglia perfetta, aperta a una visione di una Russia moderna, nella quale la moglie Yulia è descritta come una santa che supporta e aspetta in eterno il marito spesso lontano da lei perché dissidente e la figlia ventenne Dasha, che guardacaso ha studiato alla Stanford University in California ed è una famosa influencer, parla ai giovani russi stanchi di Putin attraverso i social.
Alla oligarchia mondialista da fastidio un popolo forte fiero e soprattutto autonomo e indipendente dai palazzi del governo unico mondiale. Ai quali non va proprio giù che la Santa Madre Russia sia fermamente ancorata, grazie a Putin, a quei valori cristiani, ormai solidamente divenuti antieuropei, che tengono al centro Dio Patria e Famiglia.

Se ci vuole un enorme coraggio a sostenere che la Russia possa essere ritenuta "cristiana" o che il disprezzo per la vita renda i russi "un popolo forte fiero", Mercogliano passa velocemente a spiegare che il suo obiettivo è la distruzione della comunione dei popoli per cui si prega a messa. lui non vuole l'europa e loda chi tenta di distruggerla.

Come prevedibile, l'adonolfiniano inizia a raccontare che a lui piace la Russia perché omofoba, perché Putin vieta ai gay di esistere e reprime la loro libertà di manifestazione:

Una visione orrenda da estirpare ferocemente dalla terra di Russia per liberare il popolo ex sovietico che vuole finalmente sfilare con i colori arcobaleno anche nella Piazza Rossa e anche lì importare quel modello di lassismo culturale e crollo dei valori che ha fatto dell'Europa e dell'Italia una terra di conquista da parte della Cina e delle multinazionali come Amazon e Netflix.
Stanno facendo male i conti, però, questi signori. Perché la Russia non è l'America e non è nemmeno l'Europa. Al contrario, è un popolo fiero che non ama ingerenze esterne. Soprattutto da parti di quelli che considera come gente senza disciplina, senza morale e che, in nome del nuovo ordine mondiale, ha gettato a mare la propria storia e le proprie tradizioni.

Quindi perché Mercogliano non va in Russia se dice di ritenere che i russi siano migliori degli italiani perché non guardano Netflix ed odiano i gay?


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