Eccitato da Pio e Amedeo, Libero dice che «la verità» è che non sarebbe offensivo dire «fr*cio»

Quella carta straccia di Libero, che ci tocca pure finanziare con denaro pubblico, se n'è uscito in prima pagina con uno di quei soliti titoli di merda che tanto piacciono al loro direttore. Oltre a irridere Fedez al fine di precisare che loro stanno dalla parte di chi delinque contro i gay, hanno cercato di santificare quel Pio e Amedeo che tanto hanno fatto ridere Salcini dicendo parole come "froc*o" e "neg*o" in prima serata. Si proclamano detentori della "verità" e giurano che la "verità" sarebbe che i gay non devono permettersi di rompere le scatole ai bulletti leghisti che li offendono mentre si strusciano sulle cubiste del Papeete dopo aver ripagato chi ha procacciato quelle ragazzine con una poltrona da europarlamentare.

Ma il passaggio più sconvolgente è il falso virgolettato che attribuiscono a Luxuria, prontamente smentito dalla diretta interessata:

Oggi il quotidiano Libero ha pubblicato una mia intervista raccolta in realtà tre giorni fa (prima della polemiche televisive). Capisco che il titolista cerchi frasi a effetto ma il titolo fuorviante (e spesso si legge solo quello e non l’articolo) non rispecchia il mio pensiero. Vero è che esiste un gergo all’interno della nostra comunità in cui il termine non ha intenzioni offensive (tipo “Frociarola” per indicare una donna etero che frequenta locali gay) ma ciò non attenua assolutamente l’eccezione negativa del termine che è un insulto, un’offesa e spesso dopo la parola arriva la mano che ti sferza un pugno o che regge un’arma. Aggiungo che (sempre nell’intervista al quotidiano Libero) sono state omesse mie dichiarazioni sull’uso violento di parole offensive e sulla differenza tra utero in affitto e gestazione per altri. Sono un’inguaribile ottimista e spero sia dovuto solo a questioni di spazio. Ulteriore precisazione: la mia intervista a Libero è stata fatta prima della trasmissione “Felicissima sera” e del pezzo di Pio e Amedeo.

L'articolo è a firma del solito Marcello Veneziani, noto per il suo impegno nella promozione dell'omofobia e nello sdoganamento della violenza contro le minoranze.


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