Pillon ci spiega che il codice fiscale dovrebbe definire l'identità delle persone

Al posto di parlarci dei 400 milioni di euro che sono stati bruciati per i fallimentari referendum leghisti, il senatore leghista Simone Pillon preferisce urlare che lui esige che gli elettori siano suddivisi sulla base del sesso in quanto il solo pensare che le persone trans possano subire umiliazioni ai seggi lo colma di gioia:

Se è curioso il suo teorizzare che a definirci dovrebbe essere il codice fiscale, fa sorridere il suo parlare dei colori delle cartellette al posto delle lecite perplessità sulla necessità di usare il sesso come discriminante nella suddivisione degli elettori.

Marrazzo è stato infatti molto chiaro nel segnalare il problema: «Migliaia di persone aventi diritto al voto in questo momento in Italia non sono in possesso di documenti conformi alla propria identità - dichiara Fabrizio Marrazzo, portavoce Partito Gay per i diritti Lgbt+, Solidale, Ambientalista, Liberale - la pubblicazione degli elenchi in rosa ed in blu, oltre essere anacronistici, pongono l’attenzione su un grande tema che avevamo sollevato anche per le scorse elezioni. C ostringere le persone trans e non binarie a fare coming out in ambienti non idonei, esponendole di fatto alla possibilità di diventare un facile bersaglio di violenza e discriminazione (per la propria identità di genere). Mentre in contemporaneo lo stesso ministero non ha bloccato centinaia di liste dove le quote per le donne non erano rispettate, e per le queli faremo ricorso nei comuni dove siamo presenti».


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