Una ex alunna di Cloe Bianco: «I genitori facevano colloqui solo per vederla e poi deriderla»

«Tutti dicevano che si vestiva in maniera provocante, ma non è mai stato così, non portava le minigonne in classe, era una neo donna che rispettava il luogo in cui si trovava: indossava gonne lunghe con sopra un cardigan degli anni venti proprio perché non voleva mostrare il fianco ad attacchi retrogradi». È quanto racconta a Fanpage una ex alunna di Cloe Bianco, la professoressa che si è suicidata per la discriminazione subita dopo che l'assessora Donazzan di Fratelli d'Italia la mise alla gogna sino a farla allontanare dall'insegnamento.
«Era una persona buonissima Cloe, non aveva un briciolo di rabbia dentro di lei. È sempre stata solare, faceva finta che non stesse succedendo niente anche quando in strada correvano per cercare di farle foto di nascosto da dietro. Non so se ci rendiamo conto cosa ha dovuto vivere questa persona», aggiunge.
Ma la cosa più sconvolgente è come fossero i genitori i suoi primi carnefici: «La vedevano come un fenomeno da baraccone facendo code lunghissime ai colloqui con lei solo per vederla di persona e poi deriderla».

Nelle scorse ore, anche l’assessora all’istruzione Donazzan si è espressa su Cloe Bianco. E non solo non si è scusata, ma ha insistito nel parlare di lei al maschile, etichettandola ancora oggi come «il professor Bianco» o «un uomo vestito da donna».


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