L'albanese del partito di Adinolfi si mette a fare branco con il suo capo nell'insultare Paola Egonu
Si sa che i bulli amano fare branco, motivo per cui non stupisce che i rappresentati del partito di Mario Adinolfi vogliano aiutare il loro leader nel suoi attacchi violenti e immotivati contro Paola Egonu.
Ma che ad irridere il razzismo di cui è vittima l'italianissima Egonu sia un immigrato albanese come Saimir Zmali appare alquanto surreale. Eppure il rappresentante umbro del partito di Adinolfi scrive:
Forse l'albanese è così impegnato a inveire contro le persone di colore da non capire quanto sia idiota quello che scrive, dato che un giocatore può tranquillamente rimanere in una nazionale anche se gioca all'estero.
E sarà che loro hanno un leader che può permettersi di nuotate nudo in una piscina pagata con il commercio di omofobia, ma è davvero squallido che per aizzare il loro pubblico costro una ragazzina si lamentano che una delle migliori pallavoliste al mondo abbia un ottimo stipendio.
Peggio ancora è il suo sostenere che chi va a giovare all'estero non dovrebbe potersi lamentare in un colloquio provato con il suo allenatore (seppur captato da dei microfoni) del razzismo. Eppure l'albanese arriva a sostenere anche questo:
Non è chiaro perché chi firma in contratto dovrebbe essere provato dal diritto di pensiero e di parola. E neppure è chiaro cosa intenda nello scrivere:
Peccato che lui sia albanese, la Enogu è italiana. E la dice lunga il fatto che lui definisca «pipone» il legittimo sfogo di chi è stufa di chi deve rendere conto da anni del colore della sua pelle.
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