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Dopo l'Ikea Giovanardi se la prende con The Sims 3

La notizia non è certo nuova (noi ne avevamo parlato già lo scorso anno) ma evidentemente dev'essere giunta solo ora alle orecchie del sottosegretario Carlo Giovanarni. Impegnato in una sua personale crociata contro i gay, dopo le accuse lanciate alla pubblicità dell'Ikea e dopo essersi detto infastidito dal fatto che persone dello stesso sesso possano baciarsi, ora si scaglia contro "The Sims 3", un videogioco che simula la vita reale reo -a suo parere- di aver incluso anche le coppie gay nella sua terza edizione.
A suo parere, infatti, il gioco rappresenterebbe una «campagna promozionale delle lobby che vogliono promuovere certi valori. Queste lobby promuovono una cultura in contrasto con le leggi di un Paese, come nel caso del matrimonio gay che da noi non è consentito [...] Con queste iniziative viene tolta la normalità costituzionale per spiegare al bambino che invece è tutto lecito, tutto uguale e che possono essere messe sullo stesso piano situazioni che giuridicamente e costituzionalmente non lo sono. Questi videogiochi confondono le idee per cui si deve spiegare che il matrimonio gay non ha alcuna attinenza con la realtà».
Parole che dovrebbero far nascere domande sul perché di qusta sua ossessione riguardo al fatto che anche degli omosessuali possano amarsi e voler formare una famiglia, ma che invece trovano l'appoggio anche di altri esponenti politici. Casini (Udc) ha rilanciato dicendo di voler portare il problema all'attenzione dell'Europarlamento: «Vietare la vendita del gioco almeno ai minorenni è una strada percorribile. Mi farò carico di intervenire in questa materia sia a livello europeo che italiano». Rocco Buttiglione, vice presidente della Camera, non manca di fare eco sui più volti contestati richiami alla carta costituzionale: «L'Italia ha una Costituzione che definisce cos'è la famiglia e c'è un attacco contro questo valore sociale. È in atto un tentativo pervicace di distruggere la famiglia come punto di riferimento culturale, in un più ampio processo di abbattimento dei valori nazionali. Si tentano di diffondere stili di vita che umiliano la famiglia».
Di parere diametralmente opposto è Paolo Patanè, presidente di Arcigay, che affrema: «Un gioco in cui essere omosessuali è una possibile variabile, non solo non altera la realtà, ma semplicemente la descrive con naturalità, poiché essere omosessuali è uno dei tanti naturali modi di essere uomini e donne».


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