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Libero e la foto di «un gay» in prima pagina

«Il tecnico si è messo un gay all'occhiello». È con queste parole che Libero ha scelto di introdurre in prima pagina la candidatura di Alessio De Giorni nelle liste di Mario Monti.
Il tutto con una grande foto che ritrae l'imprenditore e direttore di Gay.it durante una qualche festa, mentre sta scherzando con una drag queen. Il titolo a caratteri cubitali che ironizza sulla sua sobrietà, però, lascia chiaramente trasparire l'intendo di gettare discredito sull'avversario politico facendo leva sull'omofobia dei propri lettori. Una leva che pare sottolineata anche dalla scelta della dicitura «un gay» preferita ad un nome e un cognome, puntando così il dito verso la sessualità di una persona anziché sulla sua storia.
Un atteggiamento curioso, soprattutto considerato come il quotidiano di Belpietro abbia sempre sostenuto la legittimità dei festini di Arcore. Insomma, per loro non c'è nulla di male se Berlusconi invita minorenni a casa propria o se chiede alla Minetti di vestirsi da suora per un ballo sexy, ma se un gay scherza in discoteca, allora è scandalo.
Ma non solo. Al suo interno Libero arriva anche a sostenere che al «partito dei giudici» si contrapporrà quello «dei gay». Il tutto sulla base delle candidature di De Giorgi e Gasparotti nella Lista Monti e di Concia, Scalfarotto e Lo Giudice nel Pd (solo solo cinque candidati apertamente omosessuali per le oltre 900 poltrone disponibili, ndr). Ma il messaggio che traspare pare chiaro, quasi come se si stessero invitando i lettori ad essere omofobi e a votare per il partito che non candida gay. Con buona pace per la Carfagna e per la grande «sensibilizzazione culturale» contro le discriminazioni che sostiene Berlusconi abbia fatto nell'ultimo ventennio.


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