Alleanza Cattolica acquista una pagina su Libero per dire «no» alle leggi anti-omofobia

Come se non fossero bastati i proclami omofobi dei Giuristi per la Vita e le raccolte firme di vari giornali cattolici, ora arriva anche l'Alleanza Cattolica a cercare di impedire che la Legge Mancino sia estesa anche ai reati d'omofobia. L'associazione cattolica, infatti, ha acquistato una pagina sul quotidiano Libero per opporsi pubblicamente alla norma.
Preoccupante è la similitudine delle argomentazioni (se così le si può chiamare, ndr) riportate nel loro annuncio ed incredibilmente simili a quelle già lette in passato, quasi come se dietro vi fosse un piano ben preciso e si cercasse di ripeterle da più parti pur di inculcarle nell'opinione pubblica.
«Riconoscere le unioni di fatto, comprese quelle omosessuali, danneggia la famiglia -dicono- Le unioni civili non sono l'alternativa, sono l'apripista per il matrimonio e l'adozione omosessuali. Le proposte anti-omofobia mettono in pericolo la libertà di espressione e di religione. La legge naturale e il senso comune non valgono solo per i cattolici. Considerare la marcia verso le unioni omosessuali come "irreversibile" significa essere vittime del mito illuminista del progresso».
Veri e propri slogan, a cui segue l'invito a contattarli per organizzare comizi contro i diritti degli omosessuali presso le proprie parrocchie o comunità.
Da considerare, però, è anche la pericolosità di certe affermazioni: se l'odio verso le minoranze fosse da considerarsi una «libertà di pensiero», allora i gruppi neonazisti dovrebbero avere il diritto di fare "pulizia razziale" o ai razzisti non dovrebbe essere impedito di picchiare per strada gli stranieri. Insomma, ognuno potrebbe far ciò che vuole, dato che il suo credo dovrebbe essere ritenuto più importante del diritto dall'esistenza altrui. Ma non mancano neppure le contraddizioni: ad esempio la «libertà religiosa» a cui si appellano è tutelata proprio dalla Legge Mancino... come si può continuare a sostenere che le attuali leggi siano già sufficienti per tutelare i gay dopo aver pretesi maggiori tutele per sé stessi?


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