La Duma vuole vietare la donazione di sangue ai gay ed introdurre "terapie riparateve" di stato


Dopo aver introdotto il reato di "propaganda omosessuale" sui minori ed aver sancito il divieto all'adozione di bambini russi da parte di coppie gay (per non parlare della guerra ai tatuaggi nelle forze armate perché ritenuti possibile indizio dell'omosessualità delle reclute), la Duma pare intenzionata a proseguire nella sua offensiva contro la comunità lgbt del Paese.
L'ultima iniziativa annunciata da Mikhail Degtyaryov, vice presidente del Comitato per le Scienze e la Tecnologia, potrebbe prevedere la reintroduzione del divieto di donare il sangue per i gay (revocato nel 2008). Durante la conferenza stampa il politico ha anche asserito che «questa non è una misura discriminatoria» dato che la decisione si baserebbe su stime volte a sostenere che il sessantacinque per cento dei pazienti con infezione da HIV siano gay.
Nell'impossibilità di poter sapere l'attendibilità del dato (Degtyaryov non ha voluto citarne la fonte) e consci di come una segregazione delle relazioni omosessuali non possa che condurre a rischi maggiori derivanti da sesso occasionale e clandestino, il ricorso al «non c'è discriminazione» appare ormai come un mantra ripetuto ad ogni occasione (come nel caso delle Olimpiadi invernali, per le quali si è sostenuto che le norme anti-gay vigenti non siano discriminatorie perché applicate anche agli eterosessuali). In uno stato dove solo l'1% della popolazione ha un atteggiamento positivo verso la comunità lgbt, simili iniziative -per di più approvate ormai incessantemente e ad frequenza così ravvicinata- non possono che condurre primariamente ad un continuo aumento della violenza e dell'odio verso le minoranze sessuali, indipendentemente dalle motivazioni addotte di volta in volta.
Ancor più preoccupante è il passaggio in cui Degtyaryov ha affermato che la camera bassa del Parlamento russo sta lavorando ad un'iniziativa per offrire fantomatiche terapie volontarie per la conversione dei gay in eterosessuali.
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