La California potrebbe vietare ai giudici di far parte dei Boy Scouts of America data la loro politica anti-gay

La fine della messa al bando dei ragazzi gay dai Boy Scouts of America è da subito parso una farsa. L'associazione si è detta disposta ad accettare fra le proprie file anche dei ragazzi omosessuali nella solo convinzione che nessuno di loro avrebbe mai osato fare del sesso matrimoniale, motivo per cui sarebbe bastato allontanarli una volta raggiunta la maggiore età per essere certi che nessuno avrebbe mai commesso atti omosessuali durante la propria permanenza fra le fila degli scouts. Un tesi decisamente originale ma che allo stesso tempo sottolinea come l'associazione non abbia mai voluto davvero allontanare il pregiudizio dalla formazione riservata ai propri iscritti: insegnare ai ragazzi che solo un eterosessuale può essere un capo è come suggerirgli che i gay siano diversi ed inadatti a quel ruolo. È questo il motivo per cui la California ha proposto di togliere loro i benefici fiscali di cui godevano o per cui la Disney non finanzierà più le loro attività.
Ora anche il comitato consultivo della Corte Suprema californiana ha deciso di prendere posizione ed ha avanzato la proposta di classificare i Boy Scouts of America tra la associazioni che discriminano le persone omosessuali. Ciò comporterebbe un divieto per qualsiasi giudice di poter essere membri dei Boy Scouts of America dato che ciò risulterebbe in conflitto con il Codice Etico della categoria.
Nel 1996, infatti, si scelse di vietare ai giudici di poter far parte di gruppi anti-gay, ma ai tempi (e nelle successive revisioni del 2003) si optò per introdurre alcune eccezioni a beneficio di varie associazioni cristiane, fra cui i Boy Scouts of America. Grazie alla modifica della propria posizione sui gay avanzata lo scorso anno dall'associazione (seppur meno restrittiva che in passato), la Corte Suprema ha avuto occasione di riprendere in mani il fascicolo e di rimettere in discussione la politica adottata nei loro confronti.


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