Tiziano Tubertini è stato radiato dall'Ordine degli psicologi. Voleva "curare" i gay


Tiziano Tubertini è stato radiato. Lo psicologo iscritto all'albo dell'Emilia Romagna era tristemente noto solo per la sua strenua attività nel sostenere che l'omosessualità fosse una "malattia" da curare. Da tempo aveva iniziato ad insultare l'Ordine e le regole deontologiche che gli avrebbero impedito di effettuare pratiche ampiamente disconosciute dalla scienza. Il tutto continuando a sostenere che, in caso di sospensione o radiazione, avrebbe potuto tranquillamente continuatore ad operare su adolescenti gay poco graditi ai genitori semplicemente cambiano intestazione alle sue fatture.
L'altra sua attività era costituita dal lanciare continui insulti a gay e lesbiche attraverso varie pagine omofobe sparse su Facebook. Strenuo frequentatore degli spazi di Adinolfi, aveva raccolto fan e si era lanciato nel sostenere che le famiglie arcobaleno dovessero essere bruciate nei forni.

La sua figura era così insostenibile che è facile presumere fosse lui il motivo per cui sull'home page dell'Ordine degli Psicologi era stata pubblicata una lettera che rivendicava la posizione ufficiali della scienza dinnanzi alle fantomatiche pratiche da lui promosse:

Molte segnalazioni deontologiche pervenute all’Ordine nell’ultimo anno hanno sollecitato una presa di posizione chiara e specifica sul tema dell’omosessualità e delle c.d. terapie riparative.A tale proposito, l’attuale Consiglio non può che confermare e ribadire quanto già chiarito nel documento “Il no dell’Ordine degli Psicologi della Regione Emilia-Romagna alla terapie riparative” che, peraltro, è del tutto conforme a quelli adottati da altri Ordini Regionali e dallo stesso CNOP.
In particolare, infatti, la Comunità scientifica internazionale ha da tempo e con forza escluso l’omosessualità dal novero delle malattie giungendo anche ad una netta condanna delle cd. “terapie riparative”. Sotto il primo profilo, è appena il caso di richiamare, ad esempio, il noto processo di “derubricazione” dell’omosessualità avviato dall’APA già nel 1973 con la seconda versione del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-II) e conclusosi nel 1994 con la pubblicazione del DSM–IV. Parimenti rilevante è, sempre a titolo esemplificativo, la pressoché contestuale soppressione della diagnosi di omosessualità dall’International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems (“ICD-10”) stilato nel 1990 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Sotto il secondo profilo, inoltre, meritano di essere citati i ripetuti interventi dell’American Psychological Association e dell’American Psychiatric Association che hanno chiaramente affermato che le “terapie riparative”, prive di fonti e di riferimenti scientifici, non solo sono inefficaci, ma anche dannose e possono segnare gravemente le condizioni psichiche di chi vi si sottopone.
Alla luce di quanto sopra, è stato dovere dell’Ordine valutare le condotte di Colleghi che si siano poste in aperto contrasto con quanto sopra esposto, specie se in maniera ideologica, traendone le dovute conseguenze sul piano disciplinare.

A far temere sull'epilogo della tori è l'evidenza di come Tubertini abbia fatto di tutto per farsi radiare dall'Albo e sono ancora poco chiari si suoi scopi. C'è solo da sperare che la Chiesa Cattolica (da sempre in prima fila nel sostenere la pratica delle dannosissime "terapie riparative" dell'omosessualità) non si presti ad offrirgli rifugio pur di permettergli di continuare a sottoporre a vere e proprie torture gli adolescenti lgbt che hanno avuto la sfortuna di nascere in famiglie omofobe o bigotte. Ancor più dopo che l'ostentazione della sua omofobia lo ha portato a raccogliere il favore dei gruppi che ruotano attorno all'integralismo cattolico.
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