Gandolfini torna a minacciare Renzi: se riconoscerà i diritti dei gay, gliela farà pagare

La solfa è sempre quella: Gandolfini si autoproclama «maggioranza del paese», sostiene che la legge sulle unioni civili riguardi le adozioni anche dopo lo stralcio delle stepchild adoption e sostiene che ogni buon cristiano debba auspicare leggi che tolgano diritti ai figli delle persone a loro non gradite come ritorsione per l'essere venuti al mondo in un modo che a lui non piace.
Chi auspica violenza verso i più deboli difficilmente non ricorrerà alla violenza per ogni atto della sua vita., motivo per cui il leader integralista appare come un disco rotto che continua a lanciare anatemi e minacce a Ranzi. La sua idea è di sfruttare il referendum costituzionale per sostenere che l'eventuale sconfitta debba essere considerata come una legittimazione della sua leadership e della sua ideologica volta ad introdurre distinguo di stampo fascista nel diritto di famiglia.
Dalle pagine del Servizio Informazione Religiosa, Gandolfini annuncia la creazione dell'ennesimo comitato da lui diretto: «A nome del Comitato nazionale esprimo totale condivisione con quanto dichiarato ieri dal presidente della Cei: l’introduzione di unioni civili omologate al matrimonio costituisce una pericolosa ferita antropologica di cui pagheranno le conseguenze le giovani generazioni e le generazioni future».
Ed ancora: «Confermiamo il nostro giudizio pesantemente negativo circa il comportamento del Governo, che sta per imporre per la seconda volta il voto di fiducia. È scandaloso che una legge così delicata e non condivisa dalla stragrande maggioranza della popolazione italiana, soprattutto negli aspetti relativi alla adozione di bambini, non venga sottosposta a una rigorosa discussione parlamentare. Tutto ciò evoca una sensazione di regime incompatibile con una vera democrazia».
Si passa così alle minacce: «ripetiamo il grido del Circo Massimo: "Ce ne ricorderemo!". Proprio a partire dal referendum costituzionale attraverso la creazione di un'ennesima realtà omofoba che si chiamerà Comitato “Famiglie per il no al referendum”.


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