Prosegue la macchina del fango dell'adinolfiniano contro Gayburg. Se la sarà presa quando notammo che non sa distinguere un maschio da una femmina?


L'ottavo comandamento invita a non dire falsa testimonianza. Dato che il partito di Adinolfi ama abusare del sentimento religioso sino a sostenere qua qualunque ideologia pronunciata dal loro leader debba essere ritenuta parola di Dio, forse qualcuno dovrebbe informare il loro esponente di Mantova che non è una bella cosa dire le bugie.
Stiamo parlando di Massimiliano Esposito, l'integralista che diramò un comunicato stampa in cui chiedeva si vietasse a due uomini di poter ballare insieme a "Ballando con le stelle". Dichiarò che «il Popolo della famiglia ritiene scandaloso utilizzare i soldi del canone delle famiglie per finanziare un'operazione vergognosa al solo scopo di attirare l'attenzione sul programma, creando lo scandalo di vedere due uomini avvinghiati in tanghi e valzer». «Quella di Ballando per il PDF è un imbroglio che vorrebbe rappresentare come naturale ciò che naturale non è». «Per il Popolo della famiglia quella di Raiuno, di Orfeo e della Carlucci è l'ennesima offesa alle famiglie naturali che dovranno sorbirsi la consueta provocazione in salsa omossessualista».

L'esponente di Adinolfi pare anche aver deciso di avviare una macchina del fango contro di noi. Dopo un comunicato stampa a senso unico in cui l'adonolfiniano ci rivolgeva accuse infamanti sulla base del suo fastidio dinnanzi a chi esprime opinioni contrarie al suo disprezzo contro interi gruppi sociali, è dalla pagina Facebook della sezione mantovana del partito di Adinolfi che ha pubblicato un'immagine in cui dice sarebbe ritratto un commento ad un nostro articolo in cui qualcuno avrebbe scritto qualcosa che lui dice di percepire come un «minaccia di morte».
Il condizionale è d'obbligo dato che noi non abbiamo evidenze del fatto che un simile commento sia mai stato scritto, anche se sinceramente pare folle voler sostenere che una pagina possa essere ritenuta responsabile di ciò che altri scrivono. Soprattutto se a sostenerlo è quella stessa gente che dalla pagina di Mario Adinolfi dicevano di volerci uccidere attraverso una «spedizione punitiva» che potesse avere effetti mortali superiori all'attentato terroristico del Charlie Hedbo.



Stando alle teorie di Esposito, dunque, Adinolfi doveva finire in carcere dato che quelle minacce di morte erano state pubblicate sulla sua pagina. E neppure erano le uniche.

L'adinolfiniano Esposito ha accompagnato l'immagine con un consueto proclamo infarcito di vittimismo in cui dice che ora teme per la sua vita e la sua incolumità. Sempre senza fornire alcuna prova tangibile e raccontando una versione alterata dalla realtà, scrive:

Ecco, da ieri si è avverato tutto, ho dovuto subire articoli vergognosi pieni di acredine e menzogneri virgole comprese da parte di Gayburg, insulti osceni contri i mie figli da utenti fuori di senno, addirittura ci si è augurato di appendermi a testa in giù così come si legge nell’immagine sotto, tutto questo solo per aver espresso un’opinione, una semplice opzione, solo per aver definito “innaturale” un ballo tra due uomini (cosa che non solo penso ma ribadisco con forza).
Ecco, questa è la realtà fattuale che da ieri ha colpito me e la mia famiglia, da ieri il timore di esser bersaglio di gentaglia come questa, un po’ mi impensierisce, un po’ mi fortifica, forse siamo sulla strada giusta.
A scanso di equivoci per tutelare i miei bambini da folli con la smania del giustiziere, probabilmente mi rivolgerò alle forze dell’ordine per far sì, che almeno giustizia sia ripristinata e che questo rimetta in ordine le cose per come devono essere.

Se non è la prima volta che i miliziani di Adinolfi gettano i figlie la famiglia nel tritacarne mediatico a fini propagandistici, restano inaccettabili accuse che possono essere facilmente confutate come un falso anche solo leggendo i due articoli a cui lui fa riferimento (qui e qui). Loro magari non avranno anche abusare dei proprio figli per farsi pubblicità sulla loro pelle, ma pare inaccettabile possano attribuire inesistenti minacce a dei minori a chi non ha mai scritto una sola parole contro di loro. Casomai è lui che continua a sfruttarle come strumento di propaganda anche mediante fotografie come questa:



Ad aggiungere altra menzogna alla menzogna è lo stesso Massimiliano Esposito. Tra commenti in cui si sprecano gli insulti ingiustificati e violenti indirizzati a Gayburg, il fondamentalista asserisce:



In virtù di come noi non fossimo neppure a conoscenza di quel presunto commento, è appurato che la sua affermazione sia falsa. Vien da sé che l'attribuire un'azione a qualcuno sulla base di mere illazioni è un atto scorretto se non forse pure illegale. E sembra diffamatorio e inaccettabile anche il suo dichiarare che noi saremmo suoi amici: no, non siamo amici di personaggi che insultano i nostri fratelli e disprezzano le nostre vite solo perché credono che i loro coiti siano meritevoli di un riconoscimento giuridico.

Immancabile è l'appoggio giunto dai suoi miliziani, tra integralisti he dicono che pregheranno Gesù e chi dice che i gay lo temerebbero perché i gay saprebbero di essere sbagliati:



Arriva poi chi dice che l'organizzazione del fondamentalista Gianfranco Amato gli pagherà gli avvocati se vorrà intentare una (improbabile) causa:



E poi ancora:











A questo punto un dubbio pare legittimo. Non sarà che il signor Massimiliano Esposito ce l'abbia con noi perché lo scorso anno smontammo la sua tesi su fantomatiche pubblicità di «gay perversi» che «istigano alla pedofilia» a fronte di una fotografia che ritraeva un uomo e una donna? Non sarà che se la sia legata al dito perché umiliato dalla sua incapacità di distinguere un maschio da una femmina o dal comprendere che entrambi i modelli erano ampiamente maggiorenni?

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