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La Lega blocca il film su Mario Mieli sulla base delle insinuazioni di Silvana De Mari: «È pro pedofilia»

La Lega di Matteo Salvini ha deciso di abbracciare e rilanciare le tesi diffamatorie che la fondamentalista Silvana De Mari (vicina al fondamentalismo di Gianfranco Amato vicina e all'ultra destra di Magdi Cristiano Allam) ha vomitato contro Mario Mieli durante una puntata di Otto e mezzo. Intenzionata a denigrare l'uomo a cui è intitolato il circolo che l'ha denunciata per diffamazione dopo che lei andò a dire fossero «simpatizzanti della pedofilia», è senza alcun contraddittorio che ha raccontato una sua visione ideologica di frasi decontestualizzate che si era imparata a memoria.
Promotrice di quelle torture psicologiche che vanno sotto al nome di "terapie riparative" dell'omosessualità (provata provata causa di numerosi adolescenti spinti al suicidio), nel tempo la signora De Mari ha vomitato ogni più perverso e demoniaco insulto riuscisse a partorire contro i gay. Il tentativo di accostare omosessualità e pedofilia è sempre stato un chiodo fisso, tranne quando era troppo impegnata a registrate video per Mario Adinofli in cui le si vedeva armeggiare con immagini pornografiche o la si sentiva sbraitare nelle navate delle chiesa le sue assurde teorie sule sesso anale. Per qual tentativo di promuover l'odio anche attraverso una abuso del suo titolo accademico, la signora è attualmente sotto processo in un altro distinto processo a Torino.
Assistita dal leghista Gianfranco Amato, la fondamentalista ha promesso che lei andrà in tribunale per dimostrare esistano «inconfutabili evidenze scientifiche» sul fatto che «uno stile di vita che causa una maggiore morbilità ed una maggiore mortalità non può essere considerato variante normale della sessualità» come sostiene l'Oms. Ovviamente lo «stile di vita» in questione sarebbe l'omosessualità, ma la signora De Mari sostiene non esistano orientamenti sessuali che non siano eterosessuali dato che l'unica sessualità da lei riconosciuta è quella finalizzata alla produzione di bambini.

Se una persona sana di mente non prenderebbe neppure in considerazione i suoi deliri, la Lega di Matteo Salvini si è lanciata nel sostenere che le sue accuse abbiano valore e che loro siano propensi a ritenere che Mario Mieli debba essere considerato un pedofilo perché lo dice una donna sottoposta a due processi distinti per istigazione all'odio.
Lo annuncia Il Giornale in un articolo intitolato: "Quei 150mila euro di contributi al film sul leader gay. La Lega: Se incita alla pedofilia, via i fondi". Sotto una fotografia di un Gay Pride (evidentemente scelta per cercare di accostare tutti i gay alla pedofilia), aggiungono: «La Rai coproduce un film su Mario Mieli. I contributi stanziati dal precedente governo. Ma la leghista Borgonzoni blocca tutto. Nel mirino i contenuti pro pedofilia».

L'autore del pezzo, Giovanni Neve, scrive:

"Vigilerò affinché vengano effettuate tutte le opportune verifiche". Il sottosegretario alla Cultura, la leghista Lucia Borgonzoni, non è disposta a scucire un solo euro che possa finanziare un film che incita alla pedofilia. Per questo, come scrive il Corriere della Sera, è pronta a stralciare il contributo di 150mila euro che il ministero dovrebbe versare a Gli anni amari, il film di Andrea Adriatico che ripercorre la vita di Mario Mieli, attivista che negli anni Settanta teorizzò gli studi di genere e fu tra i leader del movimento omosessuale italiano. "Nel caso il film dovesse ospitare contenuti che promuovano o incitino alla pedofilia - ha messo in chiaro la Borgonzoni - sarà revocato il finanziamento".

La premessa è dunque chiara: la Lega di Matteo Salvini non ha remore nell'accostate omosessualità e pedofilia sulla base del pregiudizio e nel nome delle stupidaggini vomitate da una fondamentalista anti-gay, mostrandoci come il governo non abbia pudore nel risparmiarsi di dare fiato alle trombe sulla base dei "se", forse perché il leghista non aveva voglia di di leggersi una sceneggiatura prima di lanciare le sue accuse.

L'articolo passa così a sostenere che:

Nei giorni scorsi, durante la trasmissione Otto e mezzo, Silvana De Mari aveva acceso i riflettori su Mieli e sul circolo che porta il suo nome e che a Roma fa attività pedagogiche, psicologiche e sanitarie. Ovviamente dallo Stato riceve fiumi di soldi. "Mieli era un intellettuale morto suicida a 31 anni, mangiava gli escrementi suoi e del suo cane in spettacoli teatrali e nel suo libro Elementi di critica omosessuale parlva di come lui subisse e di come fosse affascinato dall'erotismo dei bambini", aveva spiegato la De Mari citando il passaggio del saggio in cui Mieli diceva: "Noi checche rivoluzionarie possiamo accogliere l'eros dei nostri figli, noi li sedurremo, noi faremo l'amore con loro". L'intervento del medico aveva creato scompiglio in trasmissione. Tanto che Lilli Gruber l'aveva interrotta.

Se è quasi noioso dover ribadire che il pensiero di Mieli andrebbe letto nel suo contesto e non attraverso frasi decontestualizzate che tentano di alterarne il significato, la Lega ci dice che loro si fidano ciecamente dell'analisi del medico che promuove false "cure" dell'omosessualità e che nega possa esistere sessualità senza concepimento. Ed è sempre cercando di alimentare cieco odio, l'articolo incalza:

Ora il nome di Mario Mieli e il suo pensiero sulla sessualità torna al centro del dibattito politico. L'accusa è appunto che l'attivista incitasse alla pedofilia sostenendo che solo i bambini possono liberarsi da certi pregiudizi sociali. Da qui la decisione della Borgonzoni di verderci chiaro su quei 150mila euro stanziati dal ministero della Cultura a sostegno del film sulla sua vita. Nonostante la sceneggiatura sia stata già visionata da Rai Cinema, la leghista ha ripreso il dossier in mano dal momento che il via libera del ministero porta il timbro del precedente governo (di sinistra).

Se pare evidente che il fine ultimo sia quello di denigrare la sinistra, sembra che Il Giornale e il Carroccio non si facciano problemi a promuovere odio omofobico e a calpestare la dignità dei cittadini gay in accostamenti Medioevali basati sul più becero pregiudizio.

Tra i commenti è il solito tripudio d'odio, con l'omofobia che viene fusa con l'antisemitismo e con persone che inneggiano all'uccisione violenta dei membri del Mario Mieli di Roma:

Se fa riflettere come esistano persone che si dicano convinti che l'odio omofobico sia un dogma di fede, che il sedicente "cristiano" debba promuovere odio e che i gay non pagherebbero contributi, sempre più evidente è il livello di violenza e di ferocia creata dai professionisti dell'odio.

Immagini: [1] [2] [3]


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Ed ancora:
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