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Umbria. Con l'appoggio di Belpetro, il centrodestra sta cercando di ostacolare i progetti per il contrasto al bullismo omofobico

Con Maurizio Belpietro che dedica la prima pagina del suo giornale al suo sostenere che il contrasto al bullismo omofobico sarebbe «ideologia gender» o che si debba ritenere «roba da matti» pensare che un ragazzo di terza media abbia ben chiaro il suo orientamento sessuale, c'è da domandarsi quale brutta infanzia debba aver avuto quel pover'uomo se quell'età non aveva ancora capito se gli piacevano i maschietti o le femminucce.
Fatto sta che in Umbria è polemica davanti ad un questionario per la prevenzione del bullismo omofobico nelle scuole. A capitanarla troviamo tre consiglieri destroidi:  Ricci, Squarta e De Vincenzi. Incuranti di come la partecipazione fosse volontaria e previo consenso dei genitori, i tre inveiscono come indemaniati contro il progetto, sostenendo tre punti chiave principali:


È dunque ergendosi a detentori del sapere supremo che Ricci, Squarta e De Vincenzi sbraitano: «Certe domande le ritengo francamente inopportune, come quella riguardante l’orientamento sessuale nella quale un ragazzino in piena età evolutiva dovrebbe ammettere con una crocetta di essere ‘esclusivamente eterosessuale’, ‘prevalentemente eterosessuale’, ‘bisessuale’, ‘prevalentemente omosessuale’, ‘esclusivamente omosessuale’ oppure ‘asessuale’».

Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos, commenta: «Le dichiarazioni dei consiglieri di centro destra ci lasciano allibiti. Ancora una volta assistiamo al tentativo di bloccare qualsiasi intervento che abbia l’obiettivo anche solo di conoscere e far emergere la piaga dell’omofobia e del bullismo omofobico, specialmente nell’ambiente scolastico. La ricerca scientifica, studiata e condotta dall’Università di Perugia e in particolare dal Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione, grazie al prezioso impegno del Prof. Federico Batini, è uno strumento importantissimo per analizzare il fenomeno del bullismo omofobico e della sua correlazione con altri tipi di discriminazione, come il razzismo e il sessismo, all’interno delle scuole della nostra Regione [...] Nel 2017, durante la discussione della legge regionale contro l’omo-transfobia, gli stessi consiglieri di centro destra che ora attaccano questa ricerca si opponevano alla legge lamentando l’assenza di dati che potessero giustificare una normativa contro le discriminazioni omofobiche e transfobiche, ignorando già ricerche nazionali, studi di osservatori delle forze dell’ordine e dati ISTAT. Ora che la Regione Umbria e l’Università degli Studi di Perugia si impegnano in una ricerca scientifica sul tema nel territorio regionale, gli stessi consiglieri l’attaccano con argomentazioni inesistenti. Questa è pura ipocrisia. Ipocrisia che nasconde l’esplicita volontà di bloccare qualsiasi argine al fenomeno della discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere [...] Pur di bloccare qualsiasi intervento sul tema delle discriminazioni i consiglieri regionali di centro destra arrivano a definire una ricerca scientifica dell’Università degli Studi di Perugia, con tanto di metodi internazionalmente validati da decine di istituti di ricerca, come “proselitismo”. Dichiarazioni che oltre ad essere vergognose sono irrispettose dell’autorevolezza e dell’autonomia della nostra Università e di chi vi lavora. Siamo stanchi dei soliti personaggi che dietro a dichiarazioni di facciata su come sia giusto combattere le discriminazioni e il bullismo, nascondono invece la loro battaglia contro le persone gay, lesbiche, bisessuali, trans* e intersex. Chi per un briciolo di visibilità, chi invece perché approdato in politica con il solo scopo di imporre a tutti i dettami della propria religione».


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