Dopo Miriano e Cascioli, anche le "sentinelle in piedi" tentano di accomunare omosessualità e pedofilia

La propaganda anti-gay del fondamentalismo cattolico è solita ideare accuse diffamatorie che vengono rilanciate simultaneamente dai loro leader nel tentativo di farle percepire come verità incontestabili. Non sembra dunque un caso se ad una Costanza Miriano che se n'è andata su La7 a dichiarare che «pedofili sono quasi tutti omosessuali» si è ben presto aggiunto anche un Riccardo Cascioli che ha spergiurato la medesima tesi dalle pagine de Il Giornale. Ed è in quel gioco di specchi che arrivano ora anche le accuse delle Sentinelle in Piedi, il gruppo omofobo fondato da Benedetta Frigerio (che, guarda caso, risulta una redattrice sul libro paga di Riccardo Cascioli).
Tornate in piazza per la solita veglia contro i gay, le "sentinelle" hanno deciso a di aggiungere una nuova "argomentazione" alla loro caccia alle streghe. Dopo aver sostenuto che il riconoscimento dei loro affetti avrebbe distrutto la società e dopo aver inveito contro i giudici che non hanno reso orfani i loro figli, questa volta hanno ritenuto di dover sostenere che sia colpa loro se esistono preti pedofili.
Peccato che i preti pedofili fossero quelli che loro fecero sedere nella fila delle autorità durante il comizio anti-gay che la Lega organizzò in Lombardia in occasione dell'Expo.

In vista del summit organizzato in Vaticano per discutere dello scandalo degli abusi sessuali, le "sentinelle" dicono che la pedofilia sarebbe un problema secondario rispetto a «quello dell'omosessualità organizzata, all'interno della chiesa, che è alla base degli abusi stessi». Lo giura su Dio il signor Roberto De Mattei, direttore di Corrispondenza Romana ed esponente della lobby anti-gay, che nel suo aver diretto la veglia ha evidenziato come l'odio omofobico abbia sempre gli stessi leader dato che la varie sigle servono solo a distrarre le masse dalla loro élite.
L'uomo ha indicato «la piaga dell'omosessualità» come causa degli abusi mentre l'avvocato Claudio Vitelli ha sbraitato che «non si può ignorare la questione delle lobby omosessuali all'interno della chiesa, è un problema che va affrontato e non c'è momento migliore di questa riunione per farlo».

Secondo il Telefono Azzurro, nel 29,6% dei casi gli abusi vengono commessi dal padre della vittima, nel 13,5% da un altro parente e il 12,9% da un amico o un conoscente. Il loro negare l'evidenza di come la pedofilia coinvolga gli eterosessuali conformi al loro modello unico di "famiglia" significa negare la realtà, contribuendo a far abbassare la guardia sui reali rischi al solo fine di promuovere una disinformazione utile solo ai loro fini discriminatori. Peccato che ciò li renda complici di tutti quegli abusi che passeranno inosservati perché loro hanno assolto d'ufficio gli orchi che non rientrano nella sfera delle loro vittime.


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