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Avvenire: «Naturalmente quello che dice l’Aifa è falso». Ma contro i trans citano Scienza & vita e il Centro Studi Rosario Livatino

Se un quotidiano che parla di fantomatici «farmaco gender» denota una scarsa etica, surreale è come Luciano Moia si permetta di sostenere che gli esperti dell'Agenzia del farmaco non capirebbe nulla dato che lui vorrebbe sia dato valore scientifico alla sua ostentata transofobia.
In un articolo intitolato "Via libera al farmaco gender", scrive:

Tutto inutile. La triptorelina, il potente farmaco antitumorale che ha tra i suoi effetti collaterali quello di sospendere la pubertà, potrà essere prescritto «a totale carico del Servizio sanitario nazionale». La decisione dell’Agenzia italiana del farmaco è stata inserita nella Gazzetta ufficiale del 25 febbraio scorso. Inutili gli appelli degli esperti a proposito dei rischi sconosciuti. Inutili gli inviti alla cautela arrivati dagli stessi medici che si occupando di un disturbo dalle mille ombre che si chiama disforia di genere. L'Agenzia del farmaco si dice convinta che l'antitumorale si possa utilizzare senza problemi «considerati l'efficacia di triptorelina nel sospendere la pubertà e il profilo di sicurezza del trattamento, il beneficio evidenziato nei diversi aspetti della condizione clinica, e l'assenza di alternative terapeutiche più efficaci e/o sicure».

Sostenuto che i medici promossi dalle lobby integraliste dovrebbero avere più peso rispetto ai professionisti seri, si passa a raccontare che chi dissente dal fondamentalismo non capirebbe nulla:

Naturalmente non è così. Sull'uso della triptorelina i dubbi esistono eccome. A cominciare dai motivi che consiglierebbero di sospendere lo sviluppo della pubertà a un adolescente in presenza di diagnosi di di disforia di genere. Opportuno ricordare che il blocco dello sviluppo puberale si renderebbe necessario in attesa della cosiddetta 'riassegnazione sessuale', cioè dell'intervento chirurgico utile a 'cambiare' il sesso biologico in presenza di gravi sintomi psicologici altrimenti non trattabili. Succede in un caso ogni novemila persone.

Non manca il sostenere che le persone transessuali sarebbero tali "per moda" a causa dell'assenza di una maggiore promozione dell'odio transofobico:

I falsi allarmi insomma, determinati da cause psico-sociali e dalle influenze negative della cultura della fluidità di genere, sarebbero ben più numerosi dei casi reali. Il decreto dell’Agenzia italiana del farmaco pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale prescrive che la diagnosi di disforia venga stilata da un'equipe multidisciplinare «composta da specialista in neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza, endocrinologia pediatrica, psicologia dell'età evolutiva e bioetica». Peccato che neppure l'equipe più attrezzata sia in grado di dare risposte alle domande più angoscianti che accompagnano l'uso della triptorelina.

Surreale è come ben presto si palesi che le contrarietà sollevate da Avvenire si baserebberro su yn «dossier diffuso nei mesi scorsi da Scienza & vita e dal Centro Studi Rosario Livatino», ossia dall'organizzazione di Massimo Gandolfini e Gianfranco Amato in collaborazione con un centro di avvocati "cattolici" che si battono contro i diritti e la famiglie delle persone lgbt in collaborazione con Gandolfini ed altre organizzazioni omofobe. Due realtà profondamente omofobe e politicizzate che i vescovi sostengano abbiano tutto il diritto di impedire l'autodeterminazione delle persone transessuali. Magari lamentandosi pure che quei farmaci non saranno accessibili solo ai bambini ricchi dato che l'idolatria del dio denaro pare avere sempre successo.


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