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Il World Congress of families di Verona e il giallo del patrocinio, tra conferme e smentite

Contrordine camerata! Ora pare che il governo giallo-verde patrocinerà il Congresso Mondiale delle Famiglie di Verona col simbolo del Consiglio dei Ministri che il leghista Fontana ha concesso alla lobby di Gandolfini.
Nonostante oggi sia circolata la notizia di una revoca, fonti vicine al ministro leghista assicurano che «non risulta alcuna richiesta di revoca del patrocinio della Presidenza del Consiglio al World Congress of Families di Verona». Ancora una volta, dunque, regna un clima di totale incertezza in cui notizie e smentite vengono affidati a canali non ufficiali e in cui i ministri latitano.
Stando alle ultime indiscrezioni, pare che la Repubblica italiana assocerà il suoi simboli istituzionali ai discorsi d'odio di quella Silvana De Mari che va in giro a dire che «l'omosessualità è un comportamento reversibile» o di quel Tommaso Scandroglio che vorrebbe vietare i funerali ai gay mentre paragona le unioni civili ad un omicidio. E questo per citarne solo due dato che, tra duchi, arcipreti, ucraini e ugandesi, pare assai lunga è la sfilza di opinabili relatori che renderebbero vergognoso qualunque forma di patrocinio pubblico.
E non meno ipocrita è come i leghisti siano soliti rifiutare i loro patrocini ai gay pride dicendo che li considerano «divisivi» in virtù di come loro sostengano che l'odio omofobico sarebbe un presunto «diritto» che merita rispetto. Per loro, il rivendicare i propri diritti o voler negare pari dignità agli altri sarebbero due atteggiamenti di pari dignità, anche se il secondo gruppo riceve i loro patrocini a sfregio di chi crede nei diritti in virtù di come sembra che loro patteggino per chi odia i gay e pretende la sottomissione delle donne.


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