Commmentando gli stupri commesssi dal suo collaboratore, Adinolfi spiega che il problema è l'omosessualità e non la violenza sessuale

Omettendo si specificare che quello era un collaboratore del suo partito, il fondamentalista Mario Adinolfi si è affrettato a sciacallare il caso del sacerdote che drogava i ragazzi per abusare sessualmente di loro. Lo ha fatto premettendo che per lui il problema non è che stuprasse delle vittime quanto il fatto che facesse sesso con altri uomini:


Da voltastomaco è con l'inaudita ferocia e la depravazione morale con il fondamentalista tenta di sostenere che il problema sia l'orientamento sessuale delle persone e non i loro gesti. Un po' come se ci si appellasse ad uno dei tanti fatti di cronaca che riguardano genitori eterosessuali per pretendere che lo stato gli tolga la patria podestà delle sue figlie.


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