Tuiach diceva che il Coronavirus avrebbe risparmiato Trieste perché lui ha pregato contro i gay: ora è la città più colpita del FVG

Il consigliere fascista Fabio Tuiach l'ha tirata ai suoi sventurati cittadini: diceva che il Coronavirus non li avrebbe toccati perché lui aveva pregato contro i gay, ma ora la sua città risulta la più colpita di tutto il nordest. Diceva che il Coronavirus era una punizione di Dio contro gay e comunisti, ma a morire è stato quel Gobbi che promuoveva odio omofobico in seno alla setta di Gandolfini e non quello Zingaretti che è perfettamente guarito. Insomma, ogni sua teoria pare rivelarsi infondata oltre che basata unicamente sul suo odio verso il prossimo e alla sua propensione alla blasfemia.

Ma è quasi come se il consigliere dicesse cose a caso senza mai preoccuparsi delle sue precedenti affermazioni che su Vk scrive:


Tipico del populismo è il sostenere che ci si debba rallegrare se altri stanno peggio, come se lo scopo della vita non fosse quello di ambire al bene comune ma solo quello di nutrirsi del dolore e della sofferenza altrui.
E ogni singolo cittadino di Trieste che dovesse perdere una persona cara, sappia che i suoi soldi finiscono nella tesse di chi dice che ci si debba rallegrare di quella perdita perché lui sta meglio degli altri e a lui frega solo di sé stesso e degli affari suoi (a sfregiodi come riempirsi la bocca con patetici riferimenti alla sua versione di "cristianesimo" nonostante Gesù invitasse a preoccuparsi del prossimo come di sé stessi).


Leggi l'articolo completo su Gayburg
Ed ancora:
Dopo aver picchiato un 70enne, l'ex consigliere leghista Tuiach picchia anche un ferramenta
Il pastore Carollo attacca il 25 aprile
Tuiach torna a irridere Dio per inneggiare al criminale Putin
Il camerata Tuiach elogia la docente che imponeva riti religosi in classe
Tuiach sul killer di Nashville: «Il solito deviato sessuale che con il culo non è riuscito a diventare mamma»
L'ex consigliere leghista Fabio Tuiach condannato a cinque mesi di reclusione per i suoi insulti a don Biancalani