L'ultima sparata del partito di Adinolfi: «La Cassazione insegna a delinquere»

Sara Reho è l'esponente del partito di Mario Adinolfi che ha più volte incitato i fascisti a «riempire di botte» le donne trsnsessuali negli spogliatoi delle palestre. E se solo in Italia può capitare che l'autrice di simili affermazioni possa risultare ancora a piede libero, l'esponente del partito di estrema destra di Adinolfi viene oggi a dire che «la Cassazione insegna a delinquere».
La sua tesi si basa sul sostenere che sarebbe inaccettabile don assecondare Adinolfi nella sua richiesta di arresto dei gay che osano avere figli contro il suo volere, arrivando a teorizzare che i principi inviolabili della costituzione dovrebbero essere condizionati al volere di Massimo Gandolfini e degli omofobi che hanno preso parte alle sue manifestazioni anti-gay:

Se fa abbastanza sorridere che la signorina Reho pretenda di dire alla Consulta come andrebbe interpretata la Costituzione, curioso è come dica che la «legge 40 vieta l’utero in affitto e punisce duramente i responsabili».
Se è improbabile che una legge possa citare i neologismo comiti dalle lobby anti-gay, anche i bambini sanno che la Consulta non si attiene alla legge ma alla Costituzione, motivo per cui può invalidare qualunque norma approvata dal Parlamento violi i principi su sui si fonda la nostra Repubblica. E certamente non è citando Adinolfi che si fa giurisprudenza, anche se la signorina Reho lo emula nel dire che qualcuno farebbe la guerra alla sua amatissima Russia quasi non si fosse accorta che è Putin and aver invaso l'Ucraina:

La signora è certa che ai giovani si dovrebbe passare l'idea che i popoli dovrebbero consegnarsi ai dittatori in virtù di come il suo Adinolfi si dica disposto ad offrire sacrifici umani in cambio di uno sconto sulla benzina?


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