Il Senato americano conferma il «Don't ask, don't tell»

Nulla da fare. A nulla sono servite le pressioni di Obama, le sentenze dei tribunali e l'apertura da parte delle più alte cariche del Pentagono: il «Don't ask, don't tell» rimarrà in vigore e non si procederà neppure alla discussione di una sua possibile abrogazione.
Così ha deciso il Senato degli Stati Uniti chiamato a votare l'abrogazione della norma che vieta ai gay dichiarati di prestare servizio nelle forze armate. I sì hanno battuto i no per 57 voti a 40, ma l'ampia maggioranza non è bastata: in questo caso, infatti, la legge statunitense richiede una "maggioranza qualificata" che avrebbe richiesto almeno 60 voti, tre in più di quelli ottenuti.
A favore dell'abrogazione si sono espressi i democratici (ad eccezione del senatore John Manchin del West Virginia), mentre i conservatori hanno votato "no" in modo compatto (con l'eccezione della senatrice Susan Collins del Maine).
Obama si è detti molti dispiaciuto dell'esito del voto, probabilmente ben sapendo che questa era una delle ultime possibilità di ottenere la maggioranza richiesta: con l'arrivo del nuovo anno i senatori cambieranno ed il peso dei conservatori sarà ancor più marcato di quello attuale.


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