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Cantante rock cristiana fa coming out: «Dio mi ama così come sono»

«C'è voluto tutto il mio coraggio e, dopo tutti questi anni, sono finalmente a rilasciare questa intervista». Così la cantante rock cristiana Vicky Beeching ha parlato dell'intervista rilasciata all'Independent, durante la quale ha deciso di fare coming out.
La donna ha parlato della sua infanzia vissuta nel Kent, prima come parte della Chiesa pentecostale, poi nell'ala evangelica della Chiesa d'Inghilterra. Ha anche rivelato di essere conscia di provare attrazione verso altre ragazze sin dall'età di 12 anni. La sua fede cristiana l'ha così portata a vivere un conflitto interiore, compreso il tentativo fallito di "esorcizzare" la sua attrazione per persone dello stesso sesso compiuto dinnanzi a 4.000 persone in un campo religioso del Regno Unito.
Oggi 35enne, Beeching è riuscita finalmente ad accettarsi per ciò che è ed è riuscita anche a conciliare la sua sessualità con la propria fede: «Ciò che Gesù ci ha insegnato -dice- è un messaggio radicale di accoglienza, di inclusione e di amore. Sono certa che Dio mi ami così come sono e sono convinta mi abbia chiamato a comunicarlo ai giovani».
In una successiva intervista rilasciata a PinkNews, ha aggiunto: «Sentivo di dover fare coming out. Il 14 luglio scorso la Chiesa [d'Inghilterra] ha scelto di consentire alle donne di diventare vescovi. La prossima grande sfida sarà una discussione sulla sessualità. Per me era importante far sentire la mia voce in quel dibattito, che sarà il tema chiave per i decenni a venire. E la mia voce farà molta più differenza se io sarò aperta riguardo alla mia sessualità, permettendomi di condividere più onestamente cosa cosa voglia dire essere un omosessuale cristiano [...] Ho molte speranze per il futuro della Chiesa e sono convinta potremo vedere un movimento verso l'inclusione, l'accoglienza e l'amore per le persone LGBT».

A tentare di rovinare il messaggio di Beeching ci ha pensato il pastore Scott Lively, chiamato da Channel 4 News a commentare le sue parole. L'uomo ha sostenuto che la cantante ha «ceduto ad una bugia» e che c'è sicuramente «qualcosa di satanico» nell'omosessualità. Il patore, noto per la sua crociata anti-gay e per l'appoggio alle norme ugandesi che punivano l'omosessualità con pene detentive sino all'ergastolo, si è spinto a sostenere che anche sua sorella fosse lebica, salvo poi essere diventata etero grazie al suo intervento e alla conversione al cristianesimo. Certo è che non sarà facile dialogare con una Chiesa che si ostina a voler vedere l'omosessualità come una malattia, spesso raccontando la storia di presunte "guarigioni" miracolose (troppo spesso legate a motivazioni e cause ben diverse da quelle che si voglio far credere) con l'unico fine di non voler neppure ascoltare chi osa proporre tesi che mettano in discussione preconcetti vecchi di cinquant'anni.


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