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Belgrado: il patriarca minaccia violenze se il Pride non sarà annullato

L'omofobia del patriarca ortodosso di Serbia non è certo una novità, ma questa volta il religioso si è spinto ben oltre i limiti. Nel tentativo di impedire lo svolgimento del gay Pride di Belgrado (in programma domenica prossima) ha minacciato violenze simili a quelle accadute nel 2010.
Quell'anno passò alla storia a causa della violenza di alcuni gruppi ultra-nazionalisti che assalirono il corteo e provocarono 140 feriti dopo aver messo a ferro e fuoco l'intera città. Lo stato serbo reagì nel peggiore del modi e, anziché fermare i violenti, iniziò a vietare di anno in anno i cortei lgbt per questioni di sicurezza.
Il patriarca pare oggi voler giustificare quelle azioni e parla di una «lezione» che l'Europa dovrebbe apprendere riguardo ad eventi che gettano «ombre morali» sulla Serbia. Evidentemente l'uomo dimentica come nel 2010 l'intera Europa rimase scioccata davanti ad uno stato incapace di reagire a france estremiste di estrema destra e non certo per una manifestazione pacifica e ricca di bandiere arcobaleno.
A quattro anni di distanza, la Serbia vuole provare a dimostrare di essere in grado di garantire i diritti umani e, dopo quattro anni, pare che la manifestazione verrà finalmente autorizzata. Appare dunque evidente quanto l'incitamento alla violenza da parte del religioso sia irresponsabile e pericolosa. Ad oggi le forze dell'ordine hanno già proceduto all'arresto di otto persone in seguito a minacce legate all'organizzazione del pride.


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