La Nuova Bussola Quotidiana si scaglia contro Adinolfi: è lotta alla supremazia omofoba?

«Quello di manipolare i dati per piegarli alle proprie idee è evidentemente un vizio ben radicato». «Su questo Adinolfi continua a mentire». «Dare l'impressione che le cose siano andate diversamente da come sono andate è disonesto».
Se tutte queste affermazioni rivolte a Mario Adinolfi appaiono facilmente condivisibili, un po' stupisce che a scriverle sia stato Riccardo Cascioli, direttore de La Nuova Bussola Quotidiana. Ancor più se si considera come i gruppi omofobi siano soliti fare quadrato fra di loro (spesso creando una rete che legittimi certe teorie attraverso il darsi ragione a vicenda).

Eppure il sito ultra-cattolico è impietoso nello scagliarsi contro i dati pubblicati sul quotidiano di Adinolfi e si lancia nel sostenere che:

Dice Adinolfi: i voti contrari saranno pure pochi (ma non aveva scritto La Croce che il PD si era spaccato?) ma almeno qualcosa si è mosso; prima che lui scendesse in campo il PD era tutto compatto contro la vita e la famiglia. Nel 2013 si era a zero, oggi c'è già il 10% del partito sul nostro fronte. Peccato che siano numeri di fantasia: Adinolfi mette infatti a confronto il voto del Parlamento italiano sul ddl Scalfarotto con il voto del Parlamento europeo della scorsa settimana. Forse non si è reso conto, ma si tratta di due parlamenti diversi.

Peraltro è anche un po' patetico attribuirsi il merito di un presunto cambiamento all'interno dei democratici presenti a Strasburgo, lasciando credere che basti un articolo della Croce due giorni prima del voto per provocare un terremoto.

Il sospetto è che l'attacco sia parte di una rivendicazione per la supremazia nel mondo omofobo (in fin dei conti Adinolfi è l'ultimo arrivato, ma attivissimo nelle vesti di un imbonitore pronto a creare paura nei confronti di un'esistente "teoria gender" al dine di vendersi come soluzione). Vien da sé che chi campa da anni sulla legittimazione della discriminazione e sulla propaganda dell'integralismo, in lui possa vedere un nemico in un mercato che non è certo infinito (nonostante ci tengano a sostenere di essere la maggioranza, si sa che gli omofobi sono solo una minoranza violenta e prepotente).
Ed è così che, forse non a caso, Cascioli ci tiene molto a rivendicare il merito dell'assoluta assenza di tutele legali nei confronti delle coppie omosessuali e di qualunque aggravante per i reati a sfondo omobo:

Adinolfi ha anche una sua personale concezione della storia, che si può riassumere così: fino al settembre 2013 (approvazione alla Camera del Ddl Scalfarotto) tutto andava a rotoli, poi si è svegliato lui, ha scritto "Voglio la mamma" e dal 2014 finalmente è iniziata una riscossa, il Ddl Scalfarotto è stato bloccato, anche il PD si interroga, e vedrete a quali vittorie vi porterò se mi seguirete. Ora è giusto riconoscere ad Adinolfi una grande capacità comunicativa, e una grande brillantezza nel difendere le ragioni della famiglia e della vita, e il merito di avere aggregato un bel movimento intorno a sé, ma la storia è cominciata molto prima di lui e –aspettando la sua discesa in campo– il Ddl Scalfarotto sarebbe già stato approvato come legge già prima del settembre 2013 se non ci fossero stati altri a combattere la battaglia: un manipolo di parlamentari, di Forza Italia (allora era ancora unita, ma poi sono confluiti in massima parte nel Nuovo Centro Destra), della Lega e (in misura diversa) di Scelta Civica; e alcuni siti web (in primis La Nuova BQ con Giuristi per la Vita e Cultura Cattolica) che hanno lanciato l'allarme su quanto stava accadendo alla Camera e hanno raccolto più di 40mila firme in pochi giorni; poi sono arrivate le Sentinelle in piedi e La Manif pour Tous Italia, e le proteste hanno cominciato a occupare le piazze. Così un provvedimento che doveva essere approvato alla chetichella in luglio alla fine è slittato a settembre (per la Camera) e al Senato si è arenato. Questo quando il signor Adinolfi non era ancora all'orizzonte.


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