L'ira di ProVita contro Emergency e la nuova caccia alle streghe
Sbraitano di fantomatiche «lobby gay», coniano parole come «omofascismo» e rivendicano la loro «libertà di espressione» ad ogni più sospinto. Eppure sono loro ad andare a braccetto con i neofascisti, organizzano conferenze a senso unico in cui non è ammesso alcun contraddittorio e ci lasciano intravedere quali siano le reali lobby del potere dinnanzi a domande semplici: da dove arrivano i soldi che hanno permesso all'associazione ProVita di poter avviare una campagna di discriminazione sul Corriere della Sera e su Il Tempo?
Eccoci dunque nel mondo dell'integralismo anti-gay, un mondo che pare riportarci ad un'epoca passata in cui i nazisti incolpavano gli ebrei di ciò che era parte delle loro propaganda.
La redazione di ProVita ci spiega molto chiaramente la loro tecnica attraverso uno dei tanti articoli con cui cercano di gettare fango assoddo chiunque osi opporsi al loro volere (il vero "pensiero unico") con modalità già viste anche nei confronti di Telefono Rosa o della senatrice Cirinnà.
Questa volta la loro ira si è levata nei confronti di Cecilia Strada, autrice di un post in cui ha chiesto un intervento del ministro dinnanzi ai vergognosi manifesti omofobi ha affissi all'ingresso di alcune scuole milanesi da Forza Nuova. Ed è così che scrivono:
Anche Emergency a quanto pare è pro gender. O meglio, come ormai dicono tutti i benpensanti, anche per Emergency la teoria gender non esiste. Prova certa che da quelle parti si è pienamente favorevoli all'ideologia propalata con veemenza dalle lobby LGBT.
Appare dunque evidente che la fantomatica «teoria gender» si sia trasformata in una parola magica da utilizzare liberamente ogni qualvolta si voglia attaccare o screditare qualcuno agli occhi dei loro seguaci. Il tutto, peraltro, senza neppure troppe difficoltà dato che l'inconsistenza scientifica di quel termine lo rende plasmabile ad ogni esigenza (se quelle fantomatiche teorie esistessero davvero, allora sarebbe tutto più complicato).
La tecnica non è certo nuova. Si pensi a come tra il 1227 ed il 1235 una serie di decreti papali instaurarono l'Inquisizione contro le "streghe" e contro gli "eretici". Nell'arco di cinque secoli, milioni di persone vennero uccise attraverso il ricorso a semplici accuse infondate, utili per creare quel terrore che permise di dominare e sfruttare le popolazioni, sottomettere i ribelli, imporre una religione non voluta dal popolo e arricchire i dignitari (le autorità religiose) e i loro complici (gli inquisitori).
Tornando all'articolo, la redazione di ProVita non si esime dal fare ironia («francamente, sentivamo davvero bisogno di un commento della signora in questione») e dal proporre le solite tesi complottiste («guarda caso, è stato prontamente riportato da Repubblica»). Poi scrivono:
La presidente di Emergency ha quindi espresso il suo pensiero: «L’insegnamento delle teorie gender e omosessualiste è una bufala. Non esiste. In compenso esiste la discriminazione (che va combattuta), esistono l’odio e la paura del diverso. Oggi è il mio turno di dire "giù le mani dai bambini": via le bugie e la propaganda dai cancelli delle scuole elementari. Grazie».
A quel punto si passa alla mistificazione, si attribuiscono alla Strada parole mai pronunciate e si rivendica come ogni critica debba essere considerata una violazione della loro libertà di opinione:
Sicché, secondo Cecilia Strada, a parlare di gender sono i pazzi. Pazzi che odiano. E che forse mentono sapendo di mentire. Quando si dice il rispetto e la tolleranza verso chi non la pensa come me…
Naturalmente vien da sé che non si possa parlare di un'opinione dinnanzi ad un manifesto (abusivo) che lancia affermazioni false. L'opinione è ciò che si pensa riguardo ad un tema, non il presentare delle bugie che possano portare consensi verso tesi che non vengono neppure chiaramente enunciate (se vogliono l'annessione alla Russia di Putin, allora è loro diritto dirlo. Ma non possono mirare a quell'obiettivo attraverso l'alimentazione di paure infondate verso un qualcosa che neppure esiste!).
Si passa così a aspergere veleno contro le istruzioni, ritenute ree di aver scelto di tutelare dalla violenza tutti i bambini e non solo quelli eterosessuali (motico per cui la loro macchina del fango deve essere avviata anche contro di loro). Aggiungono:
In un altro post, questa volta su Twitter, la presidente di Emergency, dall'alto del suo umanitarismo, ha poi ringraziato il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini (altra figura recentemente salita all'onore della cronaca per la sua tolleranza verso chi mette in guardia dalle teorie gender), per quello che farà per difendere i bambini da propaganda e odio.
Non poteva così mancare la solita mistificazione. Sostenendo le loro solite tesi false e proponendo la propria propaganda come una verità assoluta, sentenziano:
Quindi, proviamo a riassumere. La presidente di Emergency ritiene che non vi sia alcuna teoria gender: è un’invenzione dei bigotti fascisti omofobi. Per questo, chiede al ministro Giannini di difendere i bambini dall'odio di chi vorrebbe sottrarli a corsi di sessualizzazione precoce e a progetti in cui viene negata la dualità maschio/femmina. I quali, evidentemente, per Cecilia Strada e il ministro dell’Istruzione, sono soltanto un modo per educare i cittadini di domani alla tolleranza, all'inclusione e all'amore. Per far questo, è indispensabile mettere il bavaglio a chi ancora si ostina a dire che esistono i maschi e le femmine, che la famiglia è composta da un uomo e da una donna e che i figli dovrebbero avere un padre e una madre.
Ecco dunque come la loro violenza si abbatta contro chiunque osi mettere in discussione i loro pregiudizi, in un mondo inneggiate ad un nuovo fascismo in cui la propaganda non debba mai essere contestata (si pensi alle conferenze a senso unico di Giuristi per la Vita o della giunta regionale lombarda) e in cui le differenze debbano essere soppresse in nome di chi non riesce a guardare oltre il proprio naso.
Verrebbe anche da ricordare che Emergency ha curato oltre 4 milioni di persone vittime della guerra e della povertà, mentre nel caso di ProVita la domanda più appropriata sarebbe il domandarsi quante persone abbiano uccido attraverso la diffusione dell'ignoranza e del pregiudizio. Inoltre basterebbe guardare la foto in apertura per capire quali delle due realtà difenda realmente i bambini...