Gayburg, arrivano nuove intimidazioni e minacce a firma del partito di Mario Adinolfi


Quelli di Gayburg sono persone «chiari problematiche necessitanti cure psichiatriche» scrive istericamente Adinolfi dopo che La Zanzara si è accorto di quel loro prete che organizzava rosari di preghiera contro gay e islamici. E non meno pieni di rancore sono i suoi miliziani: «Sono degli idioti», scrive una donna che usa l'immagine del libro di Adinolfi come copertina del suo profilo. «Quelli di Gayburg sono nazifascisti. Il peccato mortale della sodomia li rende come animali», scrivevano altri suoi adepti.
Tempo addietro arrivarono persino a ipotizzare attentati terroristici che potessero ucciderci e costringerci al silenzio: «A Mario, organizzano n'a spedizione punitiva pe 'sti bastardi. Altro che Charli Hebdo», scriveva candidamente un proselito sulla pagina del loro leader.

Ora una nuova ondata di violenza e di minacce è stata aizzata dal responsabile di Mantova del partito. Quello che, per intenderci, firmò la missiva in cui chiedeva alla Rai che si impedisse a due uomini di poter ballare in prima serata dato che lui li riteneva dei «contro-natura».
Infastidito da come La Voce di Mantova abbia pubblicato uno stralcio della nostra replica alle sue false accuse, è con toni minacciosi che dalla sua pagina Facebook scrive:

Oggi apro La Gazzetta di Mantova e trovo pubblicato una barzelletta sotto una mia foto, già, perché di quello si tratta non di più.
Cari amici di Gayburg un consiglio, prima di dire una bugia attrezzatevi meglio, a vostro sfavore purtroppo c’è il fatto che il sottoscritto non è uno sprovveduto, guardare per credere.
Vi faccio presente comunque che la diffamazione è un reato, come quello di minaccia di morte o la calunnia, vi avviso quindi che non sono Giobbe e le guance stanno per terminare, occhio.
Ps. Mi auguro che nel prossimo vostro articolo (se così si può definire) ci infiliate anche gli screenshot in allegato a prova della vostra indecenza e della nostra semplice e garbata voglia di dialogo che voi ostacolate con la vostra banale violenza.

Se pare evidente che il proclamo sia stato scritto ad uso e consumo dei suoi miliziani, lo screenshot da lui indicato è la prova della falsità delle sue accuse: contrariamente ha quanto ha dichiarato in radio, nessun commento è mai apparso sulle pagine di Gayburg e la sua ira è per un testo scritto da chissà chi su un sito di proprietà di Mark Zuckerberg. Se vuole imputarcene la responsabilità, almeno abbia la decenza di andare prima dalla Diogos a denunciare come Mario Adinolfi stesse organizzando un attentato terroristico dato che è proprio sulla sua pagina che era stata pubblicata l'esplicita minaccia a noi rivolta.
O forse vuol farci credere che le loro minacce sarebbero "opinioni" mentre a noi può imputare la colpa frasi scritte da altri in cui si ironizzava facendo un parallelo tra lui e Paolo di Tarso?

Le falsità proseguono nei commenti. Se il signor Esposito avesse letto gli articoli al posto di limitarsi a farne degli screenshot, probabilmente saprebbe che noi non siamo a conoscenza di quel presunto commento. Lui dirà anche di averlo visto, ma una volta che gli è stato fatto presente che era in errore nel suo spergiurare fosse stato rimosso da noi, non si comprende con quale coraggio insista a scrivere il falso:



Se agli insulti di matrice adinolfiniana ci si fa l'abitudine e se è difficile che le parole possano ferire quanto a pronunciarle sono soggetti verso cui non si prova la benché minima stima, più preoccupante sono invece dei commenti in cui i suoi seguaci paiono paventare violenze:



Cosa intenderà l'adinolfiniano quando parla di inviare un "educatore"?

Tra gli altri commenti troviamo i soliti insulti rabbiosi e i soliti personaggi che attribuiscono ad Adinolfi una fantomatica verità divina. Peccato che la verità dei fatti sia una e solo una: nessuno di noi si permette di sindacare sulla persona che il signor Eposito vuole al suo fianco, così come non ci interessa nulla di cosa faccia nel letto di casa sua. Quelli che insultano le nostre relazioni, i nostri affetti e le nostre famiglie sono solo loro. Sono loro che vengono a dirci che noi non possiamo avere rappresentanza in tv perché loro si sentono infastiditi dalla nostra esigenza. E po hanno pure il coraggio di accusarci di essere violenti solo perché non vogliono si possa replicare alle loro provocazioni? Si sentono legittimati ad insultarci perché non vogliono che l'opinione pubblica venga a conoscenza di cosa facciano i loro preti? Tutto questo non gioca certo a loro vantaggio, ma probabilmente ci mostra solo l'ipocrisia di chi difende l'odio spacciandolo per "opinione" mentre chiede la sistematica censura di qualunque opinione contrasti con la loro ideologia del disprezzo.
Dite che Dio è con voi? Lo dicevano anche i nazisti. La Costituzione, invece, ci garantisce il diritto di poter pensare liberamente che Dio non sia omofobo e malvagio così come voi lo dipingete. E ci garantisce pure il diritto di poter esprimere liberamente la nostra opinione al riguardo, che a voi piaccia o che a voi non piaccia.
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