Adinolfi campa sul gioco d'azzardo, ma dice: «Bonaccini non ha mai fatto un lavoro di lavoro vero come io faccio da 32 anni»

Sono passati meno di dieci giorni da quando Mario Adinolfi si è pubblica manente vantato del suo vivere di gioco d'azzardo e del suo chiedere ai propri proseliti il denaro da scommettere in cambio della promessa di vincite vertiginose. Fa dunque sorridere che chi non ha mai lavorato un solo giorno nella sua vita si permette di rivolgere quell'accusa a Stefano Bonaccini.
Tutto è partito dal solito messaggio in cui Adinolfi si è messo a rincorrere l'elettorato neonazista dicendo che lui è felice quanto i neofascisti conquistano voti. Ma ben presto ha iniziato a fare polemiche e bullismo in quel suo proporsi come il prepotente che sa solo insultare quando risulta incapace di argomentare ciò che giura per interesse:

E se è un po' curioso che Adinolfi possa pensare che la politica si faccia con i "Like" e con il fanatismo di quel suo 0,6% di elettori che venderebbero i figli a dei preti pedofili se lui glielo ordinasse, fa sorridere che Adinolfi si inventi che lui manterrebbe il presidente di un'altra regione mentre accusa il suo ex-partito di far spendere soldi ai cittadini dopo essersi fatto mantenere in Parlamento per proporre un'unica proposta di legge sulla legalizzazione del gioco d'azzardo in Italia.


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