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Roccella ed il "rischio" di matrimoni gay in Italia

Mentre la Francia era impegnata nell'approvazione della nuova legge sui matrimoni gay, in Italia c'è chi ha utilizzato quelle ore per fare facile populismo con una campagna omofoba. È il caso di Eugenia Roccella, deputata del Pdl e sostenitrice della manifestazione di fronte all'ambasciata francese, che è immediatamente corsa dai giornalisti cattolici di Tempi per sostenere che il suo partito non permetterà mai che qualcosa di simile possa accadere in Italia.
Prendendo il discorso alla larga, Roccella esordisce con il sostenere che «Questa è la sinistra dei diritti: si vuole concedere il diritto ai gay di sposarsi, ma si toglie agli altri il diritto di espressione». Il riferimento è alla libertà da lei auspicata per la frangia di opposizione, naturalmente presentata come pacifista nonostante i violenti scontri di piazza o l'inneggiamento allo sterminio fisico dei gay registrati nelle ultime settimane. E, già che ci siamo, perché non far rientrare anche i pestaggi ai danni di Wilfred de Bruijn e di Raphaël Leclerc come una libertà d'espressione?
Ma a preoccupare tanto la deputata è l'ipotesi che dei diritti possano essere concessi anche in Italia, in particolar modo dopo l'invito della Corte Costituzionale a riempire l'attuale vuoto legislativo che riguarda le coppie gay. Ed è così che asserisce «Alla fine ciò cui si vuole arrivare anche qui è concedere il matrimonio ai gay e quindi scardinare il matrimonio tra persone di sesso diverso: è considerata un'istituzione secolare. Se non fosse che la sinistra non è riuscita ad andare al Governo ci sarebbe stato da preoccuparsi anche per il nostro paese».
Evidentemente il fatto che al governo non ci sia nessuno le farà dormire sonni tranquilli, anche se è poco chiaro comprendere il perché mai dei diritti individuali siano da considerarsi una preoccupazione. Una democrazia sana dovrebbe aver sete di maggior diritti, non certo paura.


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