C'era una volta la Lombardia


C'è stato un tempo in cui la Regione Lombardia era capofila del progresso culturale, caratterizzata da una società multietnica e da una mentalità aperta. Ora c'è Maroni.
Salito al potere nel 2013 con il 42,81% dei voti (ossia ottenendo fiducia da meno della metà della popolazione, ndr), il leader leghista pare aver voluto progressivamente istituzionalizzare lo spirito del suo partito, sempre pronto ad identificare nelle minoranze la causa dei problemi che la politica non è in grado di risolvere. Non c'è lavoro? Allora la colpa è sicuramente degli immigrati, non certo di una classe politica inefficiente che per oltre un ventennio si è occupata solo dei propri affari. In fondo in pochi guardano ai dettagli e meno ancora si preoccupano di notare come sia stata proprio la Lega a scrivere una delle peggiori leggi sull'immigrazione mai esistite: inefficace per la gestione degli ingressi, pare volta solo ad impedire che un immigrato possa avere un lavoro onesto. A pensar male si potrebbe quasi ipotizzare che quel testoserva solo ad alimentare il problema (chi non può lavorare sarà presumibilmente spinto a delinquere, no?) e a garantire voti a chi basa la propria comunicazione su slogan razzisti (se il problema venisse risolto, perché mai bisognerebbe votare chi promette di "proteggerci" da una minaccia ormai inesistente?).
Nell'ultimo periodo la Lega pare aver intravisto un nuovo nemico negli omosessuali, la cui dignità deve essere apparsa sacrificabile in nome di un ritorno elettorale garantito dalla fetta più omofoba della popolazione e da un incondizionato supporto da parte di numerose realtà cattoliche. Inoltre una simile politica simile apparirebbe utile anche a far sì che Putin possa decidere di saldare i debiti di patito o che Salvini possa farci una bella figura nel portare avanti in suo progetto che pare preveda l'uscita dell'Italia dall'Europa alla volta di un'unione con Cina, Russia e Nord Corea.
Fatto sta che in pochi mesi la Regione Lombardia ha di fatto istituzionalizzato l'ideologia. È stata la prima ad approvare un ordine del giorno volto a creare distinguo fra le varie famiglie attraverso una presunta superiorità di quelle formate da un uomo e da una donna, indipendentemente da ciò che vi accade all'interno (un uomo può picchiare la moglie o lasciare i figli a casa per andare con prostitute, ma un documento ufficiale sosterrà che sia migliore di una famiglia monoparentale o omosessuale). Ha bloccato iniziative culturali gay rifacendosi a norme poco chiare sulla «propaganda gay» di stampo russo. Ha intimato ai sindaci il rispetto della circolare di Alfano (compiendo un atto illegittimo se si pensa alla decisione dalla procura di Udine). Ed ora Marini parteciperà ad un convegno omofobo per ringraziare a nome dei cittadini Lombardi chi si sta impegnando per mantenere viva l'omofobia e per peggiorare la qualità di vita dei ragazzi lgbt.
Tutto pare condurre ad un'unica ipotesi: Maroni vuole chiarire che i gay non sono ben accetti in Lombardia (così come le manifestazioni di piazza organizzate recentemente della Lega hanno chiaramente suggerito che neppure gli stranieri sono ben accetti). Poi, giusto per non farsi mancare nulla, anche altre decisioni ideologiche sono state imposte per legge: ad esempio solo in Lombardia sarà costoso e difficile accedere alla fecondazione eterologa, finendo con l'imporre ai cittadini la volontà della curia a creando enormi discrepanze sociali con le altre regioni italiane (ad esempio un cittadino umbro potrà accedere alle medesime prestazioni interamente a carico del servizio sanitario nazionale, un lombardo dovrà pagare tutto di tasca propria).
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