Francesca Pascale ospite al Gay Village
Non è chiaro se dietro possa esserci un qualche piano poco evidente, ma l'idea è di un movimento alla disperata idea di un qualche politico pronto ad offrire promesse che non manterrà. E se pare ormai certo che Matteo Renzi non terrà fede alle promesse elettorali, alcune associazioni pare vogliano fare quadrato attorno a Frascesca Pascale quale nuova eroina del movimento gay. Il suo tesseramento ad Arcigay è avvenuto in mezzo a fotografi e giornalisti, è lei ad essersi auto-nominata garante dei diritti gay, è l'informazione di destra a dire che i gay la vorrebbero come testimonial (ovviamente prendendo a campione solo la parte del movimento lgbt che vota per il suo partito).
Curiosamente, però, pare che tutti abbiano dimenticato come la figura promozionata dalla Pascale sia quel pregiudicato che per vent'anni ha impedito il riconoscimento di ogni diritto civile, così come pare che nessuno si accorga di come Forza Italia sia in prima fila con il Ncd e la Lega per approvare mozioni omofobe scritte dai Giuristi per la Vita o per festeggiare ogni qualvolta si scelga di non riconoscere le unioni affettive fra persone dello stesso sesso (peraltro vantandosene).
Eppure è proprio Francesca Pascale ad essere stata invitata come ospite d'onore alla serata conclusiva dei Gay Village di Roma. Dal palco le è stato concesso un bagno di folla, applausi e pure un po' di spazio per fare compagna elettorale. Avete ad esempio presente le numerose barzellette con cui l'ex premier ha calpestato la dignità di migliaia di cittadini? «Silvio scherzava» è stata la pronta risposta della Pascale.
Ma non solo. Se a giugno si era detta favorevole alle unioni civili, questa volta ha parlato di nozze ed adozioni gay. C'è da chiedersi se la prossima volta non prometterà l'esenzione dalla Tasi per i gay o dentiere gratuite per tutti...
Eppure, proprio a furia di promesse mai mantenute, l'Italia è l'unico Paese dell'Europa occidentale a non avere neppure una legge a tutela dei gay. Davvero possiamo permetterci di appellarci a nuove promesse o sarebbe finalmente l'ora di chiedere qualche fatto prima di eleggete gli eroi da celebrare sul palco? E sia chiaro che l'appartenenza politica non è il problema: il problema sono le azioni intraprese da quel partito. Il giorno che dimostrerà di voler davvero cambiare rotta, si sarà fra i primi a festeggiare. Ma il fatto che il Pd si sia dimostrato guidato da un imbonitore non significhi che abbia senso tornare all'imbonitore precedente...
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